E una sindrome
mieloproliferativa cronica rara, insorta de novo, caratterizzata
da spiccata
fibrosi midollare e metaplasia mieloide, prevalentemente a carico di
fegato e
milza.
La
trasformazione neoplastica interessa la cellula staminale totipotente,
mentre
la fibrosi e dovuta a proliferazione
policlonale dei fibroblasti reattiva alla produzione da
parte dei
megacariociti di fattori di crascita (PDGF) ed alla alterata secrezione
di
TGFβ.
L’esordio è
subdolo con diagnosi frequentemente casuale. La spenomegalia è sempre
presente
con la milza che può raggiungere dimensioni ragguardevoli e determinare
senso
di ingombro addominale, sazietà precoce, riduzione dell’appetito, calo
ponderale e dolori violenti per infarti splenici. Spesso ma non sempre
è
presente anche epatomegalia, l’astenia anche è reperto costante, mentre
la
febbre, solitamente inferiore ai 38°C è presente in una piccola
percentuale di
casi.
Nelle fasi iniziali, ove
predomina la
proliferazione clonale della cellula staminale totipotente, si ha
iperplasia
trilineare del midollo con trombocitosi associata o meno a leucocitosi
ed
eritrocitosi. Con il progredire della patologia diviene predominante la
proliferazione policlonale fibroblastica e la fibrosi midollare con
sostituzione del normale midollo emopoietico con tessuto fibroso e
sviluppo di
insufficienza midollare con pancitopenia.
Frequente è il riscontro
di anemia con
anisopoichilocitosi eritrocitaria (globuli rossi di forma e dimensioni
variabili) con riscontro di tipiche emazie a lacrima e frequante
presenza di
eritobrasti in circolo.
Il midollo
può essere non aspirabile a causa della mielofibrosi, il che rende
impossibile l’esame citologico su agoaspirato (punto sicca).
Si rende
necessaria la biposia ossea e sulla base dei reperti istopatologici si
distinguono 4 stadi:
I
stadio: ipercellularità midollare globale con
aumento
dei megacariociti ed addensamento focale del reticolo
argentofilo;
II
stadio:
aumenta l’ipercellularità, scompare il tessuto adiposo ed aumenta
l’ispessimento del reticolo;
III
stadio: inizia la riduzione della
cellularità
con ispessimento delle fibre reticolari, comparsa di collagene ed
inizio di
neoangiogenesi ossea;
IV
stadio: marcata ipocellularita cin fibrosi
diffusa ed
aumento della neoangiogenesi ossea.
La terapia è, in prima
battuta citoriduttiva
rivolata principalmente alla riduzione del volume splenico
(idorssiurea) e può
essere seguita in caso di milza di notevole volume da splenectomia. Ad
essa si
associa trattamento farmacologico per milgiorare l’anemia (EPO,
talidomide e
donaazolo). Nei casi a rischio medio/altro ed in paizenti giovani può
essere
indicato il trapianto di midollo osseo allogenico.